Carne senza carne: cosa voterà domani l’Europa?

hamburger vegano

La cosiddetta carne senza carne sta creando molto dibattito e domani, venerdì 23 ottobre, gli eurodeputati saranno chiamati ad esprimersi sugli emendamenti ad un regolamento che potrebbe vietare l’utilizzo di determinati termini, se riferiti a prodotti vegetali.

Ma cos’è la carne senza carne?! Questo gioco di parole è utilizzato da qualche giorno, principalmente sui social, per descrivere tutti quei prodotti che richiamano, nella forma e nel gusto, alimenti di origine animale, ma sono, di fatto, vegetali. La carne senza carne è quindi rappresentata, per esempio, dagli hamburger di soia, dalle salsicce veggie, dalle bistecche vegan, dai salami, dai carpacci, dagli affettati realizzati a partire da ingredienti vegetali.

Il settore zootecnico è schierato contro la carne senza carne, il cui mercato è in fortissima crescita. Molte associazioni, come Coldiretti e Confagricoltura, auspicano, quindi, l’introduzione di questi divieti perché associare termini come carne, carpaccio, formaggio a prodotti 100% veg sembrerebbe creare confusione nei consumatori.

La tutela del consumatore vorrebbe quindi essere la ragione alla base della richiesta fatta all’Unione Europea, per contrastare la diffusione della carne senza carne…

Il tema mi ha colpito e ti propongo di seguito qualche punto di riflessione:

  1. non so a quanti consumatori sia mai capitato di acquistare per errore la carne senza carne… non ho mai sentito nessuno lamentarsi di aver comprato un burger vegano pensando si trattasse di un “normale hamburger”. Le confezioni dei prodotti vegetali tendono ad essere molto chiare…
  2. se i consumatori sono interessati a conoscere ingredienti e tabelle nutrizionali degli alimenti che acquistano, è sufficiente consultino quanto obbligatoriamente riportato sulle confezioni dei prodotti. Un ottimo stratagemma per evitare di essere ingannati.
  3. se l’Unione Europea vuole effettivamente rendere il mercato alimentare più trasparente, i produttori di alimenti animali o derivati potrebbe far chiarezza sull’origine dei loro prodotti. Difficilmente hai a disposizione informazioni sulle provenienza di ciò che acquisti… impossibile, per esempio, sapere da dove vengono le uova impiegate per realizzare un croissant. Personalmente, mi sento molto più ingannata da una confezione di burro o di biscotti che ritrae una mucca al pascolo (omettendo la sua sofferenza per la separazione dal vitello necessaria per sfruttarne il latte, le sue effettive condizioni di vita, il trattamento in sede di macellazione), piuttosto che dalle denominazione “carne vegana”. Se c’è la scritta “vegana” difficile confondersi e scambiarla per carne di origine animale… nel caso di dubbi rinvio a quanto indicato al punto precedente!
  4. molti termini sono evocativi di forma e consistenza di un alimento, non vedo la necessità di riservarli ai prodotti animali, a patto che al consumatore siano fornite le dovute informazioni per consentire una scelta consapevole. Se acquisto un uovo di Pasqua so che non si tratta di un uovo di gallina, se compro il salame al cioccolato non mi aspetto di trovare la carne di maiale tra gli ingredienti… anche queste denominazioni meritano una revisione onde evitare mi traggano in inganno? speriamo di no 😉

Questo grande interesse, in un momento molto delicato, in cui ci si potrebbe aspettare che le priorità siano altre – vedasi pandemia in corso, crisi economica, tensioni dei sistemi sanitari, emergenza climatica – rivela un aspetto fondamentale: la carne senza carne fa paura. A chi? Alle lobby dell’allevamento intensivo. L’industria zootecnica si sente minacciata dalla diffusione dei prodotti vegani, che propongono valide alternative più rispettose dell’ambiente e prive di crudeltà, rispetto agli omonimi di origine animale ormai non più sostenibili. E questo non può che rallegrare chi supporta i regimi vegan: il veganesimo è in crescita, le coscienze si stanno risvegliando e forse c’è ancora una chance per il nostro pianeta! Sono certa che, se fosse necessario, riusciremo a scovare i burger vegani nelle corsie dei supermercati anche se non si chiameranno più burger….

Stay tuned per aggiornamenti sul tema!

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